domenica 5 novembre 2023

Le 120 giornate di Sodoma (Pier Paolo Pasolini) e "l'anarchia del potere"

 Ho visto il film "Le 120 giornate di Sodoma" di P.P.Pasolini.

Un film ben fatto, un film che suscita a volte disgusto a volte attrazione a volte stupore a volte riflessioni e spesso tristezza. 

Un film che illustra gli abissi che è capace di raggiungere la mente ed il cuore di un essere umano, maschile o femminile che sia. 

Poi arriva la frase celebre : "l'anarchia del potere". Ma  il sottoscritto sostituirebbe quella frase con la seguente : "L'impunità del potere", in quanto il termine anarchia cozza col termine di potere e quindi una frase del genere , sebbene sia chiaro cio' che vorrebbe esporre, è fuorviante. L'anarchia combatte , annichilendolo, il potere, ogni forma di potere. Pertanto non si potrebbe avere un centro di potere (che presuppone una gerarchia, chi sta in alto e comanda esercitando potere su altri, comandati e succubi del potere) in un mondo che realizza l'anarchia. L'anarchia è assenza , ribadisco, di qualsiasi potere. Il film illustra piuttosto dei potenti (dello stato e della chiesa) che usano al massimo il loro potere per esercitarlo nelle forme piu' bieche e capricciose, al solo fine di dominare e umiliare i sottomessi a quel potere. Ecco che trattasi di 1. irresponsabilità di chi esercita potere  2. abuso di potere   3. impunità di chi esercita un potere.       Ma non certo di anarchia del potere.

Il compito di un parlamentare

 In un sistema politico funzionante ed efficiente il compito di un parlamentare non dovrebbe essere full time non dovrebbe essere pluriennale. Infatti se il compito dei parlamentari (deputati e senatori) fosse quello di fare le leggi (e cosi è , pare) allora queste leggi giungerebbero negli anni ad un tale livello di completezza e "perfezione" (sappiamo che la perfezione non esiste, ma ci siamo capiti) che dover continuamente legiferare, discutere, approvare, emendare, modifica, cancellare, riformare, abrogare e ripristinare  (qual'è la attività frenetica dei parlamentari oggi!) sarebbe del tutto inutile e privo di senso.

Infatti la cosa pubblica dovrebbe avere poche leggi e ben chiare e comprensibili , non un sistema contraddittoriio opaco e inestricabile di leggi, regolamenti, direttive, decreti legge, etc

Detto cio', un sistema democratico dovrebbe avere leggi ben fatte e per cio stesso non modificabili. Tale non modificabilità darebbe quello che è uno dei cardini del vivere civile in uno stato di diritto: la certezza del del diritto e la sua conoscenza (non è ammessa ignoranza della legge, qualcuno oso' dire!!!ahahaha  mi vien da ridere ma persino le scuole hanno abbandonato l'idea -impossibile - di spiegare le fondamenta della lex agli studenti.

Ecco quindi che il nostro parlamento non dovrebbe contenere soggetti che fanno dei loro giorni un insignificante presenziare in parlamento. Quello del Parlamentare dovrebbe essere un lavoro - nobile- a chiamata! quando serve che una legge  (per sua obsoleta natura e quindi inapplicabilità) venga modificata o aggiornata o soppressa, ecco che il parlamentare viene chiamato a svolgere quella attività in una sessione di votazioni da svolgere in una o due giornate (e solo quelle giornate saranno retribuite). Al contrario , se continuiamo a far si che un cittadino eletto conservi a tempo indeterminato e full-time (a tempo pieno) questo impegno, egli si impegnerà (scusate il gioco di parole) a far leggi imperfette, errate, contraddittorie, per il pur diletto di doverle correggere, perfezionarle e raddrizzare. Insomma continuerà sempre ad rovesciare l'acqua sul tavolo e prendere lo straccetto per asciugarla e cosi via per anni, per tutto il suo mandato. Come puo'un paese giocare ad avere al governo una parte che si diverte a smembrare le leggi approvate dal governo di opposta sponda politica e al contempo essere un paese che "funzioni"?   Stefano Pacini


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